Il pane nell'antica Roma
monumento funebre di Marco Virgilio Eurisace: un famoso panettiere romano
Le qualità del pane antico a Roma.
Anche il pane era vario nell’antica Roma e non mancava mai sulla tavola dei romani. L’uso, però, sembra divenuto generale soltanto al principio del secondo secolo a.C.
Il primo pane veniva preparato con il farro, che a quei tempi era il cereale più coltivato. Con il grano, inizialmente, veniva fatta una pappa di frumento (la puls) che si distingueva dalla polenta dei Greci fatta, invece, con orzo abbrustolito e macinato.
Prima il pane veniva preparato nelle case mentre in seguito gli artigiani e i cuochi aprirono delle panetterie attrezzate con forni e mulini.
Il pane si divideva essenzialmente in tre qualità principali: il pan nero di farina stacciata rada che veniva consumato principalmente dai poveri, il pane bianco (panis secondarius) che era migliore del precedente più bianco ma non finissimo e il pane bianco di lusso (panis candidus, mundus) fatto con farina finissima che veniva consumato principalmente dai ricchi.
Si ricorda anche il pan da cani (panis furfureus) fatto con la crusca.
Il pane veniva cotto in forno o in recipienti speciali (panis clibanicus).
Di seguito trovi un elenco dei vari tipi di pane con il nome originale e una piccola spiegazione al lato.
I tipi di pane conosciuto dai romani:
- il "cibarius", un pane scuro poco costoso;
- il "secondarius", fatto con farina integrale;
- l’ "autopyrus", un pane nero fatto con farina non setacciata;
- il "siligeneus", pane bianco di grano tenero;
- il "parthicus", un pane spugnoso;
- il "furfureus", pane fatto con la crusca;
- il "pane d’Alessandria", cotto con gli spiedi;
- il "piceno", cotto in pentola di coccio che si rompe di fronte ai commensali;
- l’ "adipatus", pane condito con il lardo;
- il "bucellatus", un pane biscottato;
- l’ "ostearus", fatto per accompagnare le ostriche.